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Il fisco amico m'ama, non m'ama, m'ama, non m'ama ...

In attesa che scenda sulla terra la bozza di Ddl della Legge di Bilancio, alla luce delle prime anticipazioni lette sulla stampa, sorge in me una riflessione. In ambito fiscale ci troviamo infatti di fronte a due norme che sembrano essere ispirate da principi completamente opposti. Mi riferisco alla rottamazione dei ruoli Equitalia, da un lato, e all'introduzione dello spesometro analitico trimestrale con liquidazione iva, dall'altro. Se l'obiettivo della rottamazione delle cartelle è quello di ridurre le sanzioni e gli interessi di mora a carico dei contribuenti vessati da un fisco oppressivo (sono più o meno le parole del Presidente Renzi) e di modificare l'approccio del fisco verso i cittadini (fisco amico), l'obiettivo dello spesometro trimestrale è diametralmente opposto. Oltre ad obbligare i titolari di partita iva (ed i loro consulenti) ad un tour de force mostroso ed impossibile per avere tutti i dati a disposizione, desta perplessità il fatto che, essendo

TE C'HANNO MAI MANNATO .... Note su CEDOLARE SECCA

Leggo in mattinata   (vedi)  di ulteriore caos sulla cedolare secca. Nulla di nuovo sul fronte occidentale. I nostri legislatori e gli interpreti (Agenzia Entrate) sono ormai noti per riuscire a creare caos e confusione anche su situazioni semplici; la cedolare secca ne è solo un esempio. Ricordiamo che la cedolare secca altro non è che una banale tassazione "flat" (tassa piatta) cioè ad aliquota unica che si può applicare, a richiesta dei proprietari, sui contratti di locazione ad uso abitativo. Si trattava pertanto esclusivamente di disciplinare le modalità di versamento e di opzione. Se provate a leggere le circolari e risoluzioni dell'Agenzia Entrate  (qui)  rischiate di prendervi un esaurimento nervoso, per infine giungere alla conclusione di non avere capito come fare. Dal mio piccolo punto di vista di operatore avrei così disposto: Per i nuovi contratti l'opzione si esercita direttamente all'atto di registrazione (e la norma è già così e fin

Pressione fiscale al 95%. Volete aumentarla ancora un pochino?

Sto osservando i carichi fiscali di alcune srl su bilanci al 31.12.2011. Tra Ires e Irap si oscilla dal 75 al 95% dell'utile civilistico. Come può uno Stato civile tollerare tale situazione e considerarla rispettosa del principio di capacità contributiva previsto dalla Costituzione? Come possono gli imprenditori continuare a sopportare tutto questo? Non riesco a capacitarmene.  Una pressione fiscale diretta del 95% scoraggia qualsiasi investitore e toglie risorse altrimenti da destinare ad investimenti e sviluppo, invogliando l'imprenditore stesso a cercare "tutte" le soluzioni possibili per abbassarla. La riduzione di questo incivile "esproprio"  dovrebbe essere tra i primi doveri di uno Stato serio.